
La Festa Grande si è consumata con un bagno di folle festante.
Il decollo del pallone aerostatico offerto in devozione dalla ditta Di Venere si è librato dolcemente nel cielo illuminato da una luna crescente.
Turesi residenti, dell’Estero, turisti, forestieri hanno abbracciato all’unisono il corteo e il carro trionfale che portava il Santo patrono profumato di Anthurium.
Una festa all’insegna della semplicità; ciascuno si è ritrovato nella giornata del trionfo della gente che si esalta allo spegnarsi delle luminarie quando appare la cupola del carro rifatto nel 1997 ; quel carro trainato con maestria da tre coppie di mule tra una folla chiassosa, suoni e rumori, protagoniste con i loro conduttori di una tradizione unica e esaltante, che ha coinvolti i giovani per tramandarla.
Quest’anno il compito di portare in trionfo il Santo protettore è toccato all’Ass. “Mule del Carro di sant’Oronzo”. La cavalcata, sbandieratori e figuranti in costume hanno preceduto l’arrivo del carro.
Un momento di commozione, quando l’arc. don Giovanni Amodio ha ricordato la tragedia che ha colpito la famiglia Bruscella della premiata Ditta di fuochi pirotecnici; un applauso generale ha inondato la piazza e tutto il corso XX Settembre; l’emozione è, poi, lievitata al duetto tra la banda di Montescagliuso sulla Cassa Armonica e la banda cittadina sul carro al suon dell’Aida di Verdi.
La gente protagonista dell’evento, soggetto di scatti fotografici che oggi più che mai inondano i media e i social network. Ho voluto anch’io contribuire ad immortalare alcuni momenti della festa, illuminata dalle “luminarie De Filippo” di M.S. Severino (Sa).
Ora al Presidente Pasquale Di Pinto toccherà fare un resoconto del vissuto per consegnarlo all’opinione sempre varia della gente.
