Presentazione
PRESENTAZIONE
In qualità di Sindaco e di uomo di cultura sono veramente commosso e onorato nel presentare la prima pubblicazione storica su Turi; commosso, perché capita proprio a me, docente di storia, la felice ventura di presentare ai lettori il primo lavoro sistematico di storia patria, che colma una gravissima e sentitissima lacuna; onorato, perché il libro, frutto delle lunghe e appassionate ricerche compiute dall’emerito Ispettore scolastico Giovanni Bruno, merita tutta l’attenzione e la riconoscenza degli studiosi e della cittadinanza intera.
Tutti, uomini di cultura e no, sappiamo che molti Comuni, per quanto piccoli, hanno la loro storia, che costituisce il loro orgoglio. Turi non aveva ancora una storia e talvolta, per averla, si era presi dalla tentazione di trarla dalle leggende o di farla partorire alla fantasia, sapendo che chi non ha una storia non può neppure chiamarsi popolo.
Questo vuoto oggi resta finalmente colmato, grazie all’amore e alla carità del natio loco del prof. Giovanni Bruno, che ha raccolto una vasta documentazione storica, una copiosa abbondanza di fonti, ricercate e sistemate con pazienza certosina, con grande rigore storico e religioso rispetto della verità storica.
Il libro non è soltanto un’entusiasmante e ricca antologia di fonti storiche: sua idea portante è l’insegnamento politico della storia; esso tende infatti a mostrare il contributo offerto dai turesi alla costituzione di un ordine generale in tutti i campi delle vicissitudini umane (è storia economica, sociale, politica, culturale, spirituale). L’autore, nell’accettare la storia nella sua obbiettività, attraverso lo studio di tutti quei fatti che si presentano come antecedenti agli stadi attuali di evoluzione, fatti visti quindi nei loro rapporti con gli avvenimenti successivi, ha teso ad appurare le cause che sottostanno allo sviluppo storico; tutto questo non lo si legge esplicitamente ma lo si evince agevolmente, quando si scorrono le pagine del libro con lo stesso spirito con cui l’autore ha consultato per decenni le vecchie carte ingiallite degli archivi storici, con tutte le difficoltà di tempo e di modi che questo genere di lavoro comporta.
Alla coraggiosa fatica del prof. Giovanni Bruno andrà la riconoscenza di quelli che chiameranno « antico» il nostro tempo; a lui va inoltre il ringraziamento della Civica Amministrazione, della cittadinanza e mio personale, per averci offerto finalmente la possibilità di conoscere la nostra casa, sapendo che non può conoscere il mondo chi non imparò a conoscere la sua Terra, come è confermato dal motto di quel savio antico: «Il popolo che ignora la propria storia è infelice quanto il trovatello che non conosce i propri genitori ».
Dalla Sede Municipale nello centenario di Roma Capitale d’Italia.
Prof. Dott. MATTEO PUGLIESE
AVVERTENZA
L’antico amore per le cose patrie e il bisogno di andare all’origine di fatti e motivi, colti nella lontana giovinezza, hanno sostenuto l’ annosa ricerca dalla quale è sorta questa narrazione. Con essa non si vegga alcuna aspirazione al posto di storico della T erra di Turi. A Turi non mancano, come non mancarono, uomini colti e di alto valore, che potrebbero ancora rivolgere la loro attenzione sul passato del piccolo paese, sulle vicende del suo mondo economico e morale, sull’importanza dei fattori dell’ordine spirituale, ai quali, primamente, appartenne l’azione che informò e plasmò la vita di quanti, in secolare lotta, si opposero alle feudali intollerabili gravezze, o si adoperarono per il civile progresso della loro Terra.
La mia ricerca – grato impegno, mantenutosi vivo per quarant’anni – sorse dall’interesse che mi muoveva a conoscere la parte che gli Scolopi avevano avuta nella vita del luogo e degli uomini, fra i quali svolsero la loro missione. Da tale proposito è nata questa narrazione, documentata da mille e mille carte cercate, interpretate nell’ Archivio di Stato in Bari.
Devo riconoscere che i risultati, delle mie primitive esplorazioni presso l’Archivio Comunale di T uri, la Biblioteca di Casa Orlandi e l’Archivio Capitolare dell’antica Collegiata, sarebbero rimasti frutto d’inutile giovanile fatica, se nei passati anni non avessi insistito a scoprire negli storici illustri, e dei Comuni che con Turi divisero vicissitudini e angustie, quanto potesse favorire il mio lavoro. Ma a dar sostanza e contenuto al mio disegno, valse, per ultimo, il fortunato incontro con il dotto Pasquale Di Bari, chiarissimo Direttore dell’ Archivio di Stato; col suo prezioso consiglio, potetti dirigere il mio interesse sulla vasta serie di documenti, nei quali ripresero vita le mie iniziative, che erano per cadere.
L’impegno rivolto a porre in luce il valore dell’opera delle Scuole Pie in Turi, non poteva prescindere dagli avvenimenti, del tempo e del luogo, e dagli uomini tra i quali i Padri Scolopi svolsero la loro missione meritoria.
Le pagine che presento all’ attenzione e alla pazienza degli amici turesi, vogliono essere, nello stesso tempo, indice della devozione alla terra natale e contributo alla storia di Turi dalla soggezione feudale alla metà del secolo XIX.
G. B.
Bari, 15 febbraio 1965