
Muri, con pietre grezze che si pongono le stesse in modo da farne coincidere il più possibile i contorni, delimitano le nostre vie e tratturi di campagna.
Questo tipo di muro a secco domina nel paesaggio agrario della Puglia, sempre per le delimitazioni delle proprietà.
Nella prima età del Ferro si svilupparono a Turi, zona Monteferraro e Lama Rossa, piccoli villaggi di capanne che, a seguito di una crescita demografica, avvenuta tra il VII-VI secolo a.C., cominciarono ad evolversi in un grande abitato peuceta, circondato da diverse cerchie murarie, che racchiudeva un’acropoli, dove erano ubicati gli edifici pubblici e di culto e dove risiedeva l’aristocrazia locale, e un abitato vero e proprio, dove risiedeva gran parte della popolazione
L’abitato peuceta a Turi è stato identificato nella periferia del paese, direzione sud-est, via Putignano, via Vecchia Castellana e via La Quacquera , dove ancora oggi, fino a quando le ruspe e le nuove costruzioni ne cancelleranno le tracce, si può vedere un paretone che segue il confine con l’ex mulino Zaccheo.
I “paretoni” sono costruzioni fatte con prodotti litici sottratti al terreno da coltivare e segnano il confine delle proprietà; nell’antichità aveva una funzione delimitativa di un’area particolare e anche difensiva.
Le “specchie”, ai margini del campo, sono”ossa” cavati dalla terra, rosario quotidiano di fatiche secolari; nell’antichità, si pensa, abbiano avuto funzione di monumenti funerari o vedette militari perché offrivano, in una pianura, una posizione superiore per scrutare l’orizzonte.
Ora, ruspe e macinapietre polverizzano questi manufatti in poco tempo, cancellando ogni traccia del passato; tocca al cultore conservare la storia di tutti, invitando tutti a preservare i segni del passato comune.
La Regione Puglia con bandi di concorso ha contribuito per salvaguardare e migliorare il paesaggio agrario e conservare elementi naturali e seminaturali quali i muretti a secco, elementi in grado di filtrare, tamponare e conservare le qualità dell’ambiente e, più nel dettaglio, a salvaguardare l’attività degli organismi vegetali e animali che vivono negli agroecosistemi dei muretti a secco, in quanto ‘aree rifugio’ per i nemici naturali dei parassiti delle colture.
Per tale obiettivo ha sostenuto le spese per il rifacimento dei muretti a secco, effettuati da imprenditori agricoli.
